MONTE FENÀIRA 1458 m
MONTE GRANDE 1415 m
Si tratta di due belle vette di erba e rocce che sorgono sullo spartiacque tra Arroscia e Argentina, nella porzione compresa tra il Passo della Teglia e la Colla d'Oggia.
Il Monte Fenàira (1458 m) sorge proprio subito a sud-est rispetto al Passo della Teglia, ed è caratterizzato dalla stessa morfologia delle altre vette del crinale (in particolare il vicino Carmo di Brocchi): il versante nord-orientale è debolmente inclinato, coperto dal bosco misto di latifoglie, mentre il lato opposto, che taglia perpendicolarmente le stratificazioni rocciose, è ripidissimo, caratterizzato da erba e rocce affioranti; la vetta è un dorso allungato, sormontato da una piccola croce di legno. Il toponimo si riferisce probabilmente alla pratica della fienagione: la zona era particolarmente favorevole per la produzione del fieno, tanto che si arrivava a proibire il pascolo per intere stagioni. Concedendo poi il diritto di taglio del fieno e del pascolo a forestieri, la gente locale arrivava a guadagnare discrete somme di denaro.
Dal Monte Fenàira il crinale prosegue in direzione sud-est fino ad un punto nodale senza nome, da cui si stacca verso sud il costone secondario dell'Alpe di Baudo; esso si spinge in Valle Argentina, dividendo il solco principale da quello del Torrente Carpasina, suo affluente. Il crinale principale piega orizzontalmente verso est, formando la costiera ondulata del Monte Carpasina (1412 m) e terminando con la regolare piramide del Monte Grande (1415 m); in corrispondenza di quest'ultima vetta, su cui si trovano una croce metallica, un ripetitore ed un cippo, il crinale si sdoppia nei due rami che vanno a chiudere il bacino del Torrente Impero. Visto da oriente o da meridione, il Monte Grande tende ad assumere una forma particolarmente elegante e anche un aspetto abbastanza imponente, evidenziato dal toponimo: questo si deve al fatto che si tratta dell'ultima vetta prima di un netto abbassamento dei crinali, che, nella loro corsa verso il mare, scendono velocemente al di sotto del 1100 metri di quota.
La zona del Monte Grande è stata teatro di scontri tra partigiani e nazifascisti verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, come evidenziano alcuni pannelli esplicativi in loco. Su uno di essi si legge: «Sul finire dell'estate 1944 le forze tedesche e fasciste avevano accerchiato le formazioni partigiane riparate nella zona del bosco di Rezzo. Caposaldo dell'operazione erano le postazioni della cima di M. Grande in grado di battere con il loro fuoco un vasto raggio di territorio delle valli circostanti. Per uscire dall'accerchiamento l'azione partigiana prese le mosse da S. Bernardo di Conio e dal soprastante Monte Aurigo, da dove si diressero i tiri di due preziosi mortai da 81 mm. Quindi il distaccamento d'assalto "Garbagnati" [....] si portò sotto le pendici di Monte Grande e a sorpresa diede l'assalto con lancio di bombe a mano e raffiche di armi automatiche leggere, avendo la meglio nonostante la superiore potenza militare tedesca. Così l'accerchiamento delle formazioni partigiane fu rotto e si aprì una via di scampo».
Entrambe le vette sono eccezionali balconi panoramici sull'intera riviera ligure, su tutti i principali massicci delle Alpi Liguri, dal Monte Ceppo al Pietravecchia, dal Saccarello al Mongioie, e dal Monte Armetta al Monte Carmo, sulle Alpi Marittime dal Monte Bego alla Rocca dell'Abisso, e anche sul lontano Appennino Ligure. Ovviamente, per via della posizione geografica, il Monte Grande offre una migliore vista sul lato mare, mentre il Monte Fenàira una migliore vista verso le Alpi Liguri e Marittime, con il profondissimo solco della Valle Argentina subito ai piedi.
Vie d'accesso
Il Monte Fenàira (1458 m) sorge proprio subito a sud-est rispetto al Passo della Teglia, ed è caratterizzato dalla stessa morfologia delle altre vette del crinale (in particolare il vicino Carmo di Brocchi): il versante nord-orientale è debolmente inclinato, coperto dal bosco misto di latifoglie, mentre il lato opposto, che taglia perpendicolarmente le stratificazioni rocciose, è ripidissimo, caratterizzato da erba e rocce affioranti; la vetta è un dorso allungato, sormontato da una piccola croce di legno. Il toponimo si riferisce probabilmente alla pratica della fienagione: la zona era particolarmente favorevole per la produzione del fieno, tanto che si arrivava a proibire il pascolo per intere stagioni. Concedendo poi il diritto di taglio del fieno e del pascolo a forestieri, la gente locale arrivava a guadagnare discrete somme di denaro.
Dal Monte Fenàira il crinale prosegue in direzione sud-est fino ad un punto nodale senza nome, da cui si stacca verso sud il costone secondario dell'Alpe di Baudo; esso si spinge in Valle Argentina, dividendo il solco principale da quello del Torrente Carpasina, suo affluente. Il crinale principale piega orizzontalmente verso est, formando la costiera ondulata del Monte Carpasina (1412 m) e terminando con la regolare piramide del Monte Grande (1415 m); in corrispondenza di quest'ultima vetta, su cui si trovano una croce metallica, un ripetitore ed un cippo, il crinale si sdoppia nei due rami che vanno a chiudere il bacino del Torrente Impero. Visto da oriente o da meridione, il Monte Grande tende ad assumere una forma particolarmente elegante e anche un aspetto abbastanza imponente, evidenziato dal toponimo: questo si deve al fatto che si tratta dell'ultima vetta prima di un netto abbassamento dei crinali, che, nella loro corsa verso il mare, scendono velocemente al di sotto del 1100 metri di quota.
La zona del Monte Grande è stata teatro di scontri tra partigiani e nazifascisti verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, come evidenziano alcuni pannelli esplicativi in loco. Su uno di essi si legge: «Sul finire dell'estate 1944 le forze tedesche e fasciste avevano accerchiato le formazioni partigiane riparate nella zona del bosco di Rezzo. Caposaldo dell'operazione erano le postazioni della cima di M. Grande in grado di battere con il loro fuoco un vasto raggio di territorio delle valli circostanti. Per uscire dall'accerchiamento l'azione partigiana prese le mosse da S. Bernardo di Conio e dal soprastante Monte Aurigo, da dove si diressero i tiri di due preziosi mortai da 81 mm. Quindi il distaccamento d'assalto "Garbagnati" [....] si portò sotto le pendici di Monte Grande e a sorpresa diede l'assalto con lancio di bombe a mano e raffiche di armi automatiche leggere, avendo la meglio nonostante la superiore potenza militare tedesca. Così l'accerchiamento delle formazioni partigiane fu rotto e si aprì una via di scampo».
Entrambe le vette sono eccezionali balconi panoramici sull'intera riviera ligure, su tutti i principali massicci delle Alpi Liguri, dal Monte Ceppo al Pietravecchia, dal Saccarello al Mongioie, e dal Monte Armetta al Monte Carmo, sulle Alpi Marittime dal Monte Bego alla Rocca dell'Abisso, e anche sul lontano Appennino Ligure. Ovviamente, per via della posizione geografica, il Monte Grande offre una migliore vista sul lato mare, mentre il Monte Fenàira una migliore vista verso le Alpi Liguri e Marittime, con il profondissimo solco della Valle Argentina subito ai piedi.
Vie d'accesso
- Monte Fenàira dal Passo della Teglia: si segue il crinale nord-ovest del Monte Fenàira, raggiungendone la vetta in 15 minuti circa.
- Anello dalla Colla d'Oggia
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