Massiccio del Monte Béigua
Geositi d'interesse turistico
In questa pagina sono elencati siti di particolare interesse geologico o geomorfologico all'interno del Parco del Beigua; si parla quindi di curiosità geologiche, cascate, forre, particolari formazioni rocciose... Oltre ad una breve spiegazione, riporto brevemente le indicazioni per raggiungerli. Se il luogo è raggiunto da un itinerario descritto nel sito, allora è inserito il link alla pagina dell'itinerario in questione. La pagina è ovviamente incompleta, e verrà pian piano integrata con i geositi mancanti.
Lago dei Gulli
Il Lago dei Gulli è un piccolo specchio d'acqua che si trova nelle vicinanze del paese di Sassello; non è un vero e proprio lago, ma piuttosto una larga ansa del Torrente Erro, che proprio in questo punto riceve le acque del Rio Ciua, suo affluente. A fianco dell'ampia pozza si trova una bella spiaggetta; per questo il Lago dei Gulli è un sito molto frequentato, specialmente durante la stagione calda quando può far piacere un bagno nelle fresche acque del torrente.
Evitando le afose giornate estive, in cui l'affollamento può essere grande, il Lago dei Gulli costituisce comunque una bella meta per una tranquilla escursione pomeridiana. L'ambiente circostante è molto suggestivo, nonostante la quota modesta (il lago si trova a 325 metri sul livello del mare, e i monti circostanti non raggiungono i 600 metri): in questo tratto l'Erro scorre in una valletta selvaggia, scavata tra colline rocciose, praticamente disabitata e priva di infrastrutture umane. Le rocce peridotitiche donano a questi monticelli un caratteristico colore bruno-rossastro, e permettono la crescita solo di radi pini e sparuti arbusti: un ambiente curioso, che ricorda da vicino certi scorci da Far West.
Presso il Lago dei Gulli si trova anche una curiosità geologica, indicata anche dai pannelli del Béigua Geopark. L'ansa è sovrastata da una piccola parete rocciosa di serpentiniti, rocce metamorfiche dal caratteristico colore verde; in questa parete sono inglobati curiosi sferoidi di peridotiti lherzolitiche, vere e proprie "bocce" del diametro di alcuni metri, il cui colore brunastro contrasta decisamente con il verde delle serpentiniti.
Accesso: Da Albisola o da Acqui Terme si raggiunge Sassello. Presso l'estremità settentrionale del paese, lungo la strada per Acqui Terme, si imbocca la diramazione segnalata per il Lago dei Gulli e per lo Stadio degli Appennini. A due bivi si va a sinistra, costeggiando lo stadio e raggiungendo poi un terzo bivio, presso l'azienda agricola Romano Francesco, da cui si consiglia di proseguire a piedi (quota 377). Si va a sinistra lungo la stradina che taglia in lieve discesa avvicinandosi alla valletta del Rio Ciua, e diventando presto sterrata. Sorpassate le due isolate Case Erro si trova un bivio: si va a sinistra e si guada il Rio Ciua su una briglia in cemento, quindi si sale con un tornante lasciando a sinistra la diramazione per il Bed & Breakfast le radici. La sterrata attraversa quindi il Torrente Erro su un robusto ponte in legno e giunge all'ampio spiazzo nei pressi del Lago dei Gulli. Andando a destra per poche decine di metri si raggiunge la spiaggetta presso l'ansa (15-20 minuti a piedi).
Evitando le afose giornate estive, in cui l'affollamento può essere grande, il Lago dei Gulli costituisce comunque una bella meta per una tranquilla escursione pomeridiana. L'ambiente circostante è molto suggestivo, nonostante la quota modesta (il lago si trova a 325 metri sul livello del mare, e i monti circostanti non raggiungono i 600 metri): in questo tratto l'Erro scorre in una valletta selvaggia, scavata tra colline rocciose, praticamente disabitata e priva di infrastrutture umane. Le rocce peridotitiche donano a questi monticelli un caratteristico colore bruno-rossastro, e permettono la crescita solo di radi pini e sparuti arbusti: un ambiente curioso, che ricorda da vicino certi scorci da Far West.
Presso il Lago dei Gulli si trova anche una curiosità geologica, indicata anche dai pannelli del Béigua Geopark. L'ansa è sovrastata da una piccola parete rocciosa di serpentiniti, rocce metamorfiche dal caratteristico colore verde; in questa parete sono inglobati curiosi sferoidi di peridotiti lherzolitiche, vere e proprie "bocce" del diametro di alcuni metri, il cui colore brunastro contrasta decisamente con il verde delle serpentiniti.
Accesso: Da Albisola o da Acqui Terme si raggiunge Sassello. Presso l'estremità settentrionale del paese, lungo la strada per Acqui Terme, si imbocca la diramazione segnalata per il Lago dei Gulli e per lo Stadio degli Appennini. A due bivi si va a sinistra, costeggiando lo stadio e raggiungendo poi un terzo bivio, presso l'azienda agricola Romano Francesco, da cui si consiglia di proseguire a piedi (quota 377). Si va a sinistra lungo la stradina che taglia in lieve discesa avvicinandosi alla valletta del Rio Ciua, e diventando presto sterrata. Sorpassate le due isolate Case Erro si trova un bivio: si va a sinistra e si guada il Rio Ciua su una briglia in cemento, quindi si sale con un tornante lasciando a sinistra la diramazione per il Bed & Breakfast le radici. La sterrata attraversa quindi il Torrente Erro su un robusto ponte in legno e giunge all'ampio spiazzo nei pressi del Lago dei Gulli. Andando a destra per poche decine di metri si raggiunge la spiaggetta presso l'ansa (15-20 minuti a piedi).
Barriera corallina fossile di Ponte Prina
Questo interessante geosito, incluso nel Béigua Geopark, si trova in località Ponte Prina, pochi chilometri a nord di Sassello, nelle vicinanze del paese di Maddalena. Impiantati sul substrato serpentinitico, che forma il versante della collina sovrastante, si osservano coralli fossili anche di grandi dimensioni: essi hanno l'aspetto di grandi massi calcarei bianchi, che, se osservati da vicino, mostrano i tipici setti che ne permettono l'identificazione. Si tratta di coralli massivi, non ramificati, dalla caratteristica organizzazione meandroide: assomigliano a grossi cervelli pietrificati. Questi coralli fossili si ritrovano immersi in una formazione di conglomerati (rocce sedimentarie formate da ciottoli cementati da una matrice più fine), che ancora oggi sembra "soffocarli".
Partendo da queste osservazioni si può fare un'interessante ricostruzione paleoambientale. Nell'Oligocene, circa 30 milioni di anni fa, quando il clima della zona era di tipo tropicale, questa parte di catena montuosa doveva ancora sollevarsi, e quella che è adesso una ridente valletta collinare doveva essere un tratto di mare abbastanza vicino alla costa. Le serpentiniti formavano il fondale marino, su cui crescevano appunto i coralli; proprio in questa zona, però, si doveva trovare la foce di un fiume, e gli accumuli di sedimento dovuti alle sue periodiche piene (quelli che oggi sono conglomerati) soffocavano le colonie coralline, impedendo loro di formare una vera e propria barriera.
Nella zona più occidentale dell'affioramento i conglomerati sfumano pian piano in arenarie: ci stiamo quindi allontanando dalla foce del fiume. Qui si ritrovano numerosissimi fossili di foraminiferi, in particolare nummuliti e orbitoidi: si tratta di organismi unicellulari dal caratteristico guscio calcareo a forma di moneta (proprio da questo deriva il nome "nummuliti"). Essendo molto piccoli, ci vuole un certo occhio per trovarli.
Accesso: Da Sassello si imbocca la strada per Acqui Terme (SP334) che taglia verso nord. Poco prima di arrivare al paesino di Maddalena, si attraversa il Rio della Colla, piccolo affluente dell'Erro, su un ponte (località Ponte Prina; quota 352); all'estremità settentrionale del ponte si trova il cartello di legno indicante il geosito. Si parcheggia nei pressi e si imbocca la stradetta sterrata indicata dal cartello; ad un bivio si va a sinistra e, in pochi minuti, si raggiungono i pannelli esplicativi del sito paleontologico. Altri coralli fossili si trovano subito oltre il rio che scorre sulla destra del sito principale.
Essendo questa zona patrimonio mondiale Unesco, e tra l'altro proprietà privata delle case adiacenti (i proprietari permettono gentilmente ai turisti di visitare il sito), si raccomanda il massimo rispetto.
Partendo da queste osservazioni si può fare un'interessante ricostruzione paleoambientale. Nell'Oligocene, circa 30 milioni di anni fa, quando il clima della zona era di tipo tropicale, questa parte di catena montuosa doveva ancora sollevarsi, e quella che è adesso una ridente valletta collinare doveva essere un tratto di mare abbastanza vicino alla costa. Le serpentiniti formavano il fondale marino, su cui crescevano appunto i coralli; proprio in questa zona, però, si doveva trovare la foce di un fiume, e gli accumuli di sedimento dovuti alle sue periodiche piene (quelli che oggi sono conglomerati) soffocavano le colonie coralline, impedendo loro di formare una vera e propria barriera.
Nella zona più occidentale dell'affioramento i conglomerati sfumano pian piano in arenarie: ci stiamo quindi allontanando dalla foce del fiume. Qui si ritrovano numerosissimi fossili di foraminiferi, in particolare nummuliti e orbitoidi: si tratta di organismi unicellulari dal caratteristico guscio calcareo a forma di moneta (proprio da questo deriva il nome "nummuliti"). Essendo molto piccoli, ci vuole un certo occhio per trovarli.
Accesso: Da Sassello si imbocca la strada per Acqui Terme (SP334) che taglia verso nord. Poco prima di arrivare al paesino di Maddalena, si attraversa il Rio della Colla, piccolo affluente dell'Erro, su un ponte (località Ponte Prina; quota 352); all'estremità settentrionale del ponte si trova il cartello di legno indicante il geosito. Si parcheggia nei pressi e si imbocca la stradetta sterrata indicata dal cartello; ad un bivio si va a sinistra e, in pochi minuti, si raggiungono i pannelli esplicativi del sito paleontologico. Altri coralli fossili si trovano subito oltre il rio che scorre sulla destra del sito principale.
Essendo questa zona patrimonio mondiale Unesco, e tra l'altro proprietà privata delle case adiacenti (i proprietari permettono gentilmente ai turisti di visitare il sito), si raccomanda il massimo rispetto.
Il "canyon" delle Sterzurie
Nel mezzo della conca di Tiglieto, subito a monte rispetto al ponte della strada provinciale che guida alla vicina Piana della Badìa, il Torrente Orba scorre in un luogo abbastanza particolare. L'alveo del corso d'acqua si rinserra in una piccola gola, un vero e proprio canyon in miniatura, lungo quasi un centinaio di metri e schiacciato tra paretine rocciose verticali alte una decina di metri. Sul fondo della gola non c'è flusso d'acqua, ma piuttosto una pozza lunga e stretta, profonda anche svariati metri, chiamata localmente Lago delle Sterzurie. Secondo alcuni il toponimo significherebbe "streghe", che spesso nella cultura popolare vengono collegate a questi luoghi impervi e inospitali.
Il canyon delle Sterzurie si raggiunge in 10 minuti di cammino. Dagli impianti sportivi di Ponte della Badia si imbocca una stradina indicata dai segnavia gialli della FIE; attraversato un rio si lascia a sinistra una diramazione, poi si abbandonano i segnavia FIE per scendere a destra lungo un sentierino che porta sul greto dell'Orba, in corrispondenza della spiaggetta del Lago delle Donne, molto frequentato dai bagnanti in estate. Risalendo il torrente a sinistra si raggiunge in breve l'imbocco del canyon.
Il canyon delle Sterzurie si raggiunge in 10 minuti di cammino. Dagli impianti sportivi di Ponte della Badia si imbocca una stradina indicata dai segnavia gialli della FIE; attraversato un rio si lascia a sinistra una diramazione, poi si abbandonano i segnavia FIE per scendere a destra lungo un sentierino che porta sul greto dell'Orba, in corrispondenza della spiaggetta del Lago delle Donne, molto frequentato dai bagnanti in estate. Risalendo il torrente a sinistra si raggiunge in breve l'imbocco del canyon.
Torna a: Massiccio del Monte Béigua