MONGIOIA / BRIC DE RUBREN 3340 m
Il Mongioia (3340 m) sorge lungo lo spartiacque principale alpino, sul confine tra Italia e Francia. È la terza vetta più elevata del gruppo montuoso, dopo il Brec e l'Aiguille de Chambeyron, ed è anche il punto più elevato dello spartiacque alpino tra il Col Maurin e il Colle del Monginevro (il Monviso e il Visolotto, infatti, sorgono sul versante italiano della catena). In Francia la montagna è nota come Bric de Rubren.
Ha la forma di un'ampia piramide, composta in gran parte di rocce rotte e detriti. Nonostante la quota, non è una montagna dominante, e spesso dalle valli circostanti non si vede perchè è coperto da contrafforti secondari: solo dall'alta Valle dell'Ubaye si vede chiaramente. Se la cresta est scende sul Passo di Salza con alcuni eleganti spuntoni, il versante nord è il più ardito ed imponente: una parete triangolare, abbastanza elegante, che sovrasta le enormi morene depositate dal Glacier du Loup. Questo ghiacciaio è oggi ridotto ai minimi termini, con i pochi resti coperti dal detrito, ma all'inizio del secolo scorso aveva ancora discrete dimensioni: gli alpinisti Barisone e De Silvestris, che scalarono nel 1920 la parete nord del Mongioia, lo descrivono come lungo 250 metri e largo da 100 a 200 metri. Sul versante sud il ritiro dei ghiacciai, oggi scomparsi, ha lasciato allo scoperto l'altopiano dove si trovano il Bivacco Boerio e il Lago Mongioia, uno degli specchi d'acqua più elevati delle Alpi Cozie.
Sull'ampia vetta detritica si trovano una bella croce metallica ed un grande cippo che segnala il punto trigonometrico IGN, a sua volta posto su un parallelepipedo di pietre a secco. Il panorama è ovviamente vastissimo: bella la vista sul Monviso, sull'ampio vallone del Col Longet con tutti i suoi laghi, sul Brec e sull'Aiguille de Chambeyron. Più lontano si scorgono il massiccio del Pelvoux, le Alpi Graie con l'inconfondibile sagoma del Monte Bianco, il Gran Paradiso, il Monte Rosa, la Pianura Padana, le Alpi Marittime, Liguri e Provenzali. Se si è (molto) fortunati, magari nelle limpidissime giornate invernali, si possono scorgere anche i crinali dell'Appennino Ligure e uno spicchio del Golfo di Genova.
Riguardo al toponimo, "mongioia" o "mongioie" è un termine utilizzato fin dal Medioevo per indicare gli ometti di pietre, realizzati come punti di riferimento o come monumenti commemorativi. Questo termine, trasferito ad un'intera montagna, può indicare la sua natura di grande punto di riferimento per chi percorre le valli circostanti. Il toponimo francese è composto dalla voce "bric", che è diffuso dalla Liguria al Piemonte per indicare vette aguzze e rocciose, e dalla voce "rubren", che probabilmente deriva dalla radice rab o rob col significato di "roccia, cima".
Vista la facilità di accesso, non si può dire con sicurezza chi fu il primo salitore della montagna. Prendendo in considerazione solo le ascensioni documentate, si arriva al 1823, quando il tenente Loreilhe tentò di salirvi da Maljasset senza riuscirci. Un secondo tentativo infruttuoso fu effettuato nel 1875 da François Arnaud; finalmente, nel 1878, la vetta fu raggiunta da Paul Agnel e Joseph Risoul.
Vie d'accesso
Ha la forma di un'ampia piramide, composta in gran parte di rocce rotte e detriti. Nonostante la quota, non è una montagna dominante, e spesso dalle valli circostanti non si vede perchè è coperto da contrafforti secondari: solo dall'alta Valle dell'Ubaye si vede chiaramente. Se la cresta est scende sul Passo di Salza con alcuni eleganti spuntoni, il versante nord è il più ardito ed imponente: una parete triangolare, abbastanza elegante, che sovrasta le enormi morene depositate dal Glacier du Loup. Questo ghiacciaio è oggi ridotto ai minimi termini, con i pochi resti coperti dal detrito, ma all'inizio del secolo scorso aveva ancora discrete dimensioni: gli alpinisti Barisone e De Silvestris, che scalarono nel 1920 la parete nord del Mongioia, lo descrivono come lungo 250 metri e largo da 100 a 200 metri. Sul versante sud il ritiro dei ghiacciai, oggi scomparsi, ha lasciato allo scoperto l'altopiano dove si trovano il Bivacco Boerio e il Lago Mongioia, uno degli specchi d'acqua più elevati delle Alpi Cozie.
Sull'ampia vetta detritica si trovano una bella croce metallica ed un grande cippo che segnala il punto trigonometrico IGN, a sua volta posto su un parallelepipedo di pietre a secco. Il panorama è ovviamente vastissimo: bella la vista sul Monviso, sull'ampio vallone del Col Longet con tutti i suoi laghi, sul Brec e sull'Aiguille de Chambeyron. Più lontano si scorgono il massiccio del Pelvoux, le Alpi Graie con l'inconfondibile sagoma del Monte Bianco, il Gran Paradiso, il Monte Rosa, la Pianura Padana, le Alpi Marittime, Liguri e Provenzali. Se si è (molto) fortunati, magari nelle limpidissime giornate invernali, si possono scorgere anche i crinali dell'Appennino Ligure e uno spicchio del Golfo di Genova.
Riguardo al toponimo, "mongioia" o "mongioie" è un termine utilizzato fin dal Medioevo per indicare gli ometti di pietre, realizzati come punti di riferimento o come monumenti commemorativi. Questo termine, trasferito ad un'intera montagna, può indicare la sua natura di grande punto di riferimento per chi percorre le valli circostanti. Il toponimo francese è composto dalla voce "bric", che è diffuso dalla Liguria al Piemonte per indicare vette aguzze e rocciose, e dalla voce "rubren", che probabilmente deriva dalla radice rab o rob col significato di "roccia, cima".
Vista la facilità di accesso, non si può dire con sicurezza chi fu il primo salitore della montagna. Prendendo in considerazione solo le ascensioni documentate, si arriva al 1823, quando il tenente Loreilhe tentò di salirvi da Maljasset senza riuscirci. Un secondo tentativo infruttuoso fu effettuato nel 1875 da François Arnaud; finalmente, nel 1878, la vetta fu raggiunta da Paul Agnel e Joseph Risoul.
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