MONTE ORAMARA 1522 m
Il Monte Oramara (1522 m), detto anche Monte Oramala, è la cima più alta del contrafforte che divide la Val d'Àveto dalla Val Trebbia; nonostante sia la vetta eminente, è ancora meno frequentata di altre cime vicine come la Rocca Bruna e il Montarlone.
È una montagna imponente, a forma di ampio trapezio, dai versanti in gran parte coperti di boschi. Solo il fianco sud-est, rivolto verso gli aperti pendii dove si trova il paese di Vicosoprano, è ripido e spoglio, in parte costituito da scarpate di rocce in sfacelo, in parte da erte praterie; questo impervio versante è noto localmente come Costa dello Scarrubbio.
La cima della montagna è fatta a cresta allungata, su cui si trovano piccole radure e boschetti di faggio; il punto più alto è segnalato da una grande croce in legno, visibile anche dal paese di Vicosoprano (se si aguzza un po' la vista). Dalle radure sommitali si hanno begli scorci sull'Appennino circostante, con buona parte della Catena dell'Àntola da una parte e dei monti della Val d'Àveto (dal Monte Aiona al Monte Crociglia, con dietro l'isolato massiccio del Monte Ràgola) dall'altra. La presenza di macchie di faggio impedisce purtroppo una visuale completa a 360 gradi.
Il toponimo è di origine controversa: secondo alcuni indicherebbe un punto panoramico, ma pare strano, in quanto la visuale dalla vetta non è particolarmente vasta; altri danno invece il significato di "pascoli alti", riferendosi a termini liguri prelatini.
Vie d'accesso
È una montagna imponente, a forma di ampio trapezio, dai versanti in gran parte coperti di boschi. Solo il fianco sud-est, rivolto verso gli aperti pendii dove si trova il paese di Vicosoprano, è ripido e spoglio, in parte costituito da scarpate di rocce in sfacelo, in parte da erte praterie; questo impervio versante è noto localmente come Costa dello Scarrubbio.
La cima della montagna è fatta a cresta allungata, su cui si trovano piccole radure e boschetti di faggio; il punto più alto è segnalato da una grande croce in legno, visibile anche dal paese di Vicosoprano (se si aguzza un po' la vista). Dalle radure sommitali si hanno begli scorci sull'Appennino circostante, con buona parte della Catena dell'Àntola da una parte e dei monti della Val d'Àveto (dal Monte Aiona al Monte Crociglia, con dietro l'isolato massiccio del Monte Ràgola) dall'altra. La presenza di macchie di faggio impedisce purtroppo una visuale completa a 360 gradi.
Il toponimo è di origine controversa: secondo alcuni indicherebbe un punto panoramico, ma pare strano, in quanto la visuale dalla vetta non è particolarmente vasta; altri danno invece il significato di "pascoli alti", riferendosi a termini liguri prelatini.
Vie d'accesso
- Da Vicosoprano
- Da Èrtola (vedi deviazione)
- Da Cònnio delle Cascine