Schneeberg
Gita effettuata il 31 dicembre 2015
Difficoltà: E (allenatissimi)
Dislivello in salita: 1500 m circa
Lunghezza percorso: 30 km circa
Partecipanti: io
Difficoltà: E (allenatissimi)
Dislivello in salita: 1500 m circa
Lunghezza percorso: 30 km circa
Partecipanti: io
Per il Capodanno del 2015 sono andato una settimana a Vienna con alcuni amici. I primi due giorni li ho passati alternando visite alla città a reclusione forzata per studiare, e già alla fine del secondo giorno sentivo il bisogno di riscuotermi un po'. Come? Ovviamente con una bella camminata: durante il viaggio dell'andata, dal treno, avevo adocchiato alcune belle montagne che non sembravano essere troppo distanti dalla grande città. Utilizzando i potentissimi mezzi a mia disposizione (un Nokia Lumia con Internet Explorer come motore di ricerca, insomma, proprio il massimo) mi sono focalizzato sullo Schneeberg, imponente massiccio montuoso delle Prealpi austriache, e nel giro di due o tre ore avevo già studiato il modo di arrivarci (in treno) e le varie possibili camminate. Le previsioni davano tempo buono – ma temperature basse – e la webcam posta nei pressi della vetta mi ha assicurato che di neve ce n'era pochissima.
Prima di partire con il racconto, due informazioni tecniche sullo Schneeberg. Questa montagna si trova nelle Alpi della Bassa Austria (secondo SOIUSA "Alpi Settentrionali di Stiria", a loro volta distinte dalle Alpi della Bassa Austria vere e proprie, anche se entrambe si trovano in Bassa Austria... quante complicazioni inutili), le quali formano l'estremità nord-orientale della catena alpina. In particolare, lo Schneeberg è insieme il "2000" più orientale e più settentrionale delle Alpi, l'ultima montagna veramente elevata prima delle pianure che contornano il Danubio. È costituito essenzialmente da un grande altopiano erboso con macchie di mughi, sorretto da imponenti versanti, con pareti calcaree, enormi e impervi costoloni, giganteschi canaloni detritici e grandi boschi di conifere. Insomma, il paesaggio ricorda da vicino certi angoli delle Alpi Liguri e delle Dolomiti. Due sono le cime principali: il Kaiserstein (2061 m), su cui sorge un rifugio, e il Klosterwappen (2075 m), sormontato da ripetitori; le due vette sono collegate da una cresta ondulata, lunga alcune centinaia di metri. Nella bella stagione, un trenino a cremagliera sale da Puchberg am Schneeberg alla Berghütte Hochschneeberg, posta all'inizio dell'altopiano sommitale a circa 1800 metri di quota. Ovviamente l'ultimo giorno dell'anno tutto l'impianto è silente.
Prima di partire con il racconto, due informazioni tecniche sullo Schneeberg. Questa montagna si trova nelle Alpi della Bassa Austria (secondo SOIUSA "Alpi Settentrionali di Stiria", a loro volta distinte dalle Alpi della Bassa Austria vere e proprie, anche se entrambe si trovano in Bassa Austria... quante complicazioni inutili), le quali formano l'estremità nord-orientale della catena alpina. In particolare, lo Schneeberg è insieme il "2000" più orientale e più settentrionale delle Alpi, l'ultima montagna veramente elevata prima delle pianure che contornano il Danubio. È costituito essenzialmente da un grande altopiano erboso con macchie di mughi, sorretto da imponenti versanti, con pareti calcaree, enormi e impervi costoloni, giganteschi canaloni detritici e grandi boschi di conifere. Insomma, il paesaggio ricorda da vicino certi angoli delle Alpi Liguri e delle Dolomiti. Due sono le cime principali: il Kaiserstein (2061 m), su cui sorge un rifugio, e il Klosterwappen (2075 m), sormontato da ripetitori; le due vette sono collegate da una cresta ondulata, lunga alcune centinaia di metri. Nella bella stagione, un trenino a cremagliera sale da Puchberg am Schneeberg alla Berghütte Hochschneeberg, posta all'inizio dell'altopiano sommitale a circa 1800 metri di quota. Ovviamente l'ultimo giorno dell'anno tutto l'impianto è silente.
Stranamente, quando propongo di fare 1500 metri di dislivello in uno dei giorni più freddi dell'anno, nessuno dei miei compagni di vacanza si fa avanti. Poco male, ormai ho deciso di andare; la mattina del 31 dicembre, intorno alle 7, sono in stazione centrale a Vienna, e prendo un treno per una qualche grande città europea (non mi ricordo se Lubiana o Zagabria). Il treno mi porta a Wiener Neustadt, dove scendo e prendo il locale per Puchberg am Schneeberg (585 m), il grazioso paesino ai piedi della grande montagna. Quando scendo dal treno il paese è parzialmente ancora in ombra, e fa davvero freddo, ma il cielo è terso e la giornata si preannuncia bellissima. Imbacuccato come poche volte nella mia esistenza, passo da un piccolo supermercato per dotarmi di cibo e acqua e poi imbocco di buon passo la stradina asfaltata in direzione di Schneebergdörfl; circa 5 km di noioso asfalto pianeggiante mi separano da questa piccola frazione, da cui parte il vero e proprio sentiero per la vetta. Ho scelto di percorrere l'itinerario che transita dalla Adolf-Kögler Hütte e poi segue il costolone sud-est: dovrebbe essere un sentiero tranquillo, dove l'eventuale incontro con neve ghiacciata non dovrebbe rappresentare un problema. Mentre percorro la strada asfaltata realizzo una cosa terribile: per questa vacanza a Vienna non mi sono portato la macchina fotografica, quindi dovrò fare le foto con il telefonino, lo stesso potentissimo Nokia Lumia di prima.
Quando arrivo a Schneebergdörfl (693 m) il sole non è ancora sorto; imbocco una sterrata che si addentra in un vallone ombroso, dal fondo prativo e pianeggiante. Più avanti entro nel bosco di conifere, da cui ogni tanto spuntano i selvaggi contrafforti dello Schneeberg. Presto il sentiero inizia a biforcarsi numerose volte, ma la segnaletica è impeccabile: anche senza cartina, ricordandomi comunque la direzione da tenere, riesco a non sbagliare mai strada.
La salita, sull'ombroso versante rivolto a nord, si fa presto parecchio ripida e faticosa. Nonostante non sia particolarmente allenato (nel dicembre 2015 sono riuscito a fare solo un'altra vera camminata, ed era un facile anello tra i forti intorno a Genova) la faccio di buon passo e, anche a causa del freddo, praticamente non mi fermo mai. Improvvisamente sbuco sulla selletta tra lo Schneeberg e il decisamente meno elevato Hoher Hengst. Qui, a quota 1333, sorge un piccolo edificio di legno; poco sopra si trova invece la massiccia
Adolf-Kögler Hütte , e, subito oltre, transita il binario della ferrovia a cremagliera. Giunto sulla selletta vengo improvvisamente inondato dai raggi del sole, e la vista si spalanca verso sud: i crinali boscosi e arrotondati delle prealpi austriache si susseguono verso l'orizzonte ingrigito dalla foschia. Visto che già dalla selletta si osserva uno splendido panorama, già pregusto quello che si vedrà dalla vetta.
Visto che l'impianto è fermo e che non rischio di venire investito dai convogli, seguo ora il binario della ferrovia a cremagliera per qualche centinaio di metri, fino a quando il sentiero segnalato non se ne distacca definitivamente sulla destra. La risalita dell'ampio spallone del Waxriegel è veloce e piacevole, su sentiero a tornanti tra erba, rocce e pini mughi; i panorami sono sempre più vasti, e si iniziano ad avere bellissime vedute aeree sulla valle di Puchberg am Schneeberg. Una grande cappella sorge sull'apparente culmine dello spallone, dove (per ora non visibile) si trova anche la stazione d'arrivo della ferrovia. La vera e propria vetta del Waxriegel (1888 m) si trova ancora un po' più in là.
Passato nei pressi della cappella, sono sul pianoro dove arriva la ferrovia (quota 1796). Da qui il percorso continua lungo un'ampia e comoda sterrata, che aggira la cima del Waxriegel tenendosi sul versante meridionale. Affronto anche questo tratto in piano a velocità sostenuta, ma presto le mie gambe poco allenate iniziano a brontolare: giunto nei pressi della Damböckhütte (rifugio che ho trovato chiuso) mi viene un bel crampo alla gamba destra. Decido quindi di riposare un attimo, visto che comunque il tempo è stabile e nessuno mi corre dietro; mi siedo su un masso accanto alla strada e mi rifocillo un po'. Nel frattempo, ammiro la cresta sommitale dello Schneeberg, che si eleva dall'ampio altopiano a circa un chilometro di distanza da me; la cima del Kaiserstein è quasi completamente libera, mentre il Klosterwappen è tutto imbiancato, di quella che probabilmente è neve ghiacciata.
Riprendo il cammino dopo una ventina di minuti di sosta e, con la gamba un po' indolenzita, percorro il vasto altopiano e risalgo il versante est del Kaiserstein, sempre lungo la sterrata. Gli ultimi venti metri di dislivello sono però completamente cancellati da un'enorme pancia di neve completamente ghiacciata, abbastanza ripida da farmi venire qualche timore, specialmente per la discesa. Sperando che i miei scarponi facciano presa, la risalgo abbastanza facilmente, poi percorro l'ultima lievissima salita; supero il rifugio Fischerhütte e arrivo in breve alla vetta del Kaiserstein (2061 m). In vetta ci sono due escursionisti, gli unici che incontrerò in tutta la giornata.
Il panorama è assolutamente pazzesco, circolare, in quanto lo Schneeberg non ha montagne più alte nei dintorni nel giro di parecchi chilometri. La vista aerea sulla conca di Puchberg am Schneeberg è spettacolare; si seguono i crinali delle Alpi austriache fino a grandi distanze: verso sud-ovest, molto in lontananza, si vedono massicci ben più elevati, e completamente bianchi di neve. Chissà che montagne sono... non conosco bene la geografia della zona, quindi non mi azzardo a dare nomi. Nella direzione opposta i crinali digradano fino alla pianura viennese, coperta da una foschia grigia; peccato, se non ci fosse la foschia, con una giornata così limpida si potrebbero vedere addirittura i Carpazi da qui sopra.
Riprendo il cammino dopo una ventina di minuti di sosta e, con la gamba un po' indolenzita, percorro il vasto altopiano e risalgo il versante est del Kaiserstein, sempre lungo la sterrata. Gli ultimi venti metri di dislivello sono però completamente cancellati da un'enorme pancia di neve completamente ghiacciata, abbastanza ripida da farmi venire qualche timore, specialmente per la discesa. Sperando che i miei scarponi facciano presa, la risalgo abbastanza facilmente, poi percorro l'ultima lievissima salita; supero il rifugio Fischerhütte e arrivo in breve alla vetta del Kaiserstein (2061 m). In vetta ci sono due escursionisti, gli unici che incontrerò in tutta la giornata.
Il panorama è assolutamente pazzesco, circolare, in quanto lo Schneeberg non ha montagne più alte nei dintorni nel giro di parecchi chilometri. La vista aerea sulla conca di Puchberg am Schneeberg è spettacolare; si seguono i crinali delle Alpi austriache fino a grandi distanze: verso sud-ovest, molto in lontananza, si vedono massicci ben più elevati, e completamente bianchi di neve. Chissà che montagne sono... non conosco bene la geografia della zona, quindi non mi azzardo a dare nomi. Nella direzione opposta i crinali digradano fino alla pianura viennese, coperta da una foschia grigia; peccato, se non ci fosse la foschia, con una giornata così limpida si potrebbero vedere addirittura i Carpazi da qui sopra.
Finito di ammirare il panorama, cerco di percorrere la cresta verso il Klosterwappen, la cima più elevata. Essa è però completamente ricoperta di neve ghiacciata, e si scivola praticamente di star fermi. Non c'è nessun pericolo: il costone è dolce e molto ampio, ma è una scocciatura, in quanto per fare dieci metri di cammino ci vogliono delle ore. Dopo un po' di equilibrismi mi stufo e mi fermo su una cima intermedia, a circa 2070 metri di quota; il Klosterwappen è molto vicino, ma non ho voglia di farmi avanti e indietro fino alla vetta in quelle condizioni. Quindi faccio dietro-front e, con qualche scivolone, torno al Kaiserstein.
Ora non resta che tornare indietro. Subito devo superare quel pancione di neve dura che avevo fatto anche in salita; lo faccio da seduto molto lentamente, muovendo un arto alla volta, perchè se scivolo non so dove potrei finire. In ogni caso, con molta prudenza, arrivo sulla "terraferma" senza mai perdere l'equilibrio, e l'unico tratto difficile della gita è superato. Il resto della camminata me lo faccio a buon passo ma non troppo, quel che basta per non rischiare di perdere il treno delle 16 e qualcosa da Puchberg am Schneeberg; fatta anche una sosta per finire il cibo che ho dietro, arrivo a Puchberg intorno alle 15.30; ho quindi anche il tempo di sedermi su una panchina in stazione e rilassarmi, prima di intraprendere il viaggio di ritorno a Vienna.
Conclusione: Lo Schneeberg è una montagna bellissima, sia come paesaggi che, soprattutto, come panorami. Durante la bella stagione, complice il trenino, deve essere frequentatissima. Il sentiero da me percorso è lungo ma tranquillo, in ambiente di alta montagna fin dalle basse quote; ci sono altri percorsi che potrebbero essere davvero spettacolari, che si inerpicano su per le creste e i canaloni del versante est. Magari, se torno in zona, un pensierino ce lo farò. In ogni caso, sono completamente soddisfatto di questa gita, e la giornata era stupenda. L'unica pecca è stata non avere con me la macchina fotografica: mi sono dovuto così accontentare di questi scatti un po' sfuocati fatti con il telefono.
Conclusione: Lo Schneeberg è una montagna bellissima, sia come paesaggi che, soprattutto, come panorami. Durante la bella stagione, complice il trenino, deve essere frequentatissima. Il sentiero da me percorso è lungo ma tranquillo, in ambiente di alta montagna fin dalle basse quote; ci sono altri percorsi che potrebbero essere davvero spettacolari, che si inerpicano su per le creste e i canaloni del versante est. Magari, se torno in zona, un pensierino ce lo farò. In ogni caso, sono completamente soddisfatto di questa gita, e la giornata era stupenda. L'unica pecca è stata non avere con me la macchina fotografica: mi sono dovuto così accontentare di questi scatti un po' sfuocati fatti con il telefono.
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