Rifugio Sibilla - Monte Sibilla - Cima di Vallelunga - Rifugio Sibilla
Giro ad anello con partenza dal rifugio Sibilla, raggiungibile in macchina o navetta con una lunga e tortuosa strada sterrata di 6 km. Buona parte del percorso si svolge su un’ampia e panoramica cresta, costantemente accompagnati da panorami grandiosi sui monti e le valli circostanti.
Accesso: Usciti dall'autostrada a Pedaso, si risale tutta la Valdaso. Oltrepassato San Giorgio all'Isola, si sale a destra per Montemonaco, ma, subito prima di arrivarci, si svolta a sinistra seguendo l'indicazione per Isola. Seguendo le indicazioni per il Monte Sibilla, si svolta a sinistra e si giunge in località Collina. Al bivio successivo si va ancora a sinistra, imboccando la lunga strada sterrata che porta al Rifugio Sibilla (1540 m). La strada del Rifugio Sibilla, per ordinanza comunale, è soggetta a chiusure nei weekend e nei giorni festivi e prefestivi, mentre nei giorni feriali rimane aperta. Nei giorni di chiusura è stato comunque predisposto un servizio navetta al costo di 3 euro (al 2/8/2020). Per tutte le informazioni più specifiche e aggiornate si consiglia di consultare il sito istituzionale del comune di Montemonaco. Dal rifugio Sibilla il panorama verso sud è già “importante”: è infatti possibile vedere, in primo piano, il gruppo del Monte Vettore, con la sottostante conca valliva che contiene il famoso lago Pilato. Spostando lo sguardo sulla sinistra del monte Vettore si staglia il gruppo montuoso del Monti della Laga e, infine, il Gran Sasso, riconoscibile dalla mole imponente del Corno Grande. Itinerario: Si imbocca un sentierino posto immediatamente alle spalle del rifugio che taglia il primo tornante della sterrata. Raggiunta la strada, la si percorre per una cinquantina di metri fino al tornante successivo, dal quale si diparte il sentiero CAI 155 che porta alla panoramica cresta. A questo punto si risale in maniera decisa, ma mai troppo ripida, l’erboso versante est. Dopo pochi minuti di cammino si giunge ad un bivio, dove si piega a destra; la diramazione di sinistra raggiunge comunque la cresta, tagliando circa 700 metri di percorso panoramico. Seguendo la diramazione di destra, in ripida salita, si arriva in cresta nei pressi del Monte Zampa (quota 1788; 30 – 45 minuti dal rifugio Sibilla). La vera e propria cima del Monte Zampa (1791 m) è raggiungibile seguendo il crinale verso destra per un centinaio di metri. Si lascia a destra il Monte Zampa e si piega a sinistra per seguire il bellissimo sentiero panoramico che si svolge in leggera salita verso sud. Il panorama si fa grandioso: si può osservare tutto lo sviluppo della cresta da percorrere fino al Monte Sibilla, con la sua inconfondibile “corona”. Sulla destra sono ben visibili il Monte Priora e il Pizzo Berro che dominano le sottostanti gole dell’Infernaccio, scavate dal fiume Tenna. Sulla sinistra si continua ad avere una vista molto ampia che spazia dalla campagna marchigiana ai gruppi montuosi della Laga e del Gran Sasso. Dopo circa 400 metri si giunge ad un bivio: il sentiero di destra si mantiene in cresta, superando due tratti ripidi; il sentiero di sinistra si sposta sul versante sud-est del crinale e sale più regolarmente in diagonale. I due sentieri si riuniscono più in alto, presso un ripiano a quota 1869. Si prosegue sul costone in leggera salita, piegando gradualmente verso ovest, fino alla base del risalto sommitale. Il sentiero supera abbastanza agevolmente alcuni affioramenti rocciosi, per poi arrivare al salto roccioso vero e proprio: la caratteristica “corona” che rimane sempre ben visibile durante il percorso di cresta. Qui è presente un breve tratto attrezzato (catene) che permette di superare abbastanza agevolmente alcuni gradoni. Il percorso ritorna più tranquillo, e raggiunge un piccolo avvallamento caratterizzato da numerosi blocchi di roccia sparsi: sono i resti della Grotta della Sibilla (o Grotta delle Fate). Secondo la leggenda, qui dimorava la Sibilla Appenninica, maga e indovina: l'ingresso della grotta avrebbe dato accesso al suo palazzo sotterraneo, popolato dalle fate, sue damigelle. Le prime opere scritte che riportano le leggende della Sibilla risalgono all'ultima parte del Medioevo: Andrea da Barberino scrisse nel 1410 il romanzo cavalleresco Guerrin Meschino, il cui protagonista sale sul Monte Sibilla per visitare la maga. Nel 1420, lo scrittore francese Antoine de la Sale viaggiò fino a Montemonaco per visitare la grotta, e a quanto pare vi lasciò anche un'incisione come testimonianza. Nel XX secolo, a causa dei numerosi tentativi di forzarne l'ingresso con l'esplosivo, la cavità è crollata, ed è oggi del tutto inaccessibile. A questo punto il sentiero piega a destra per affrontare l’ultimo tratto di salita ripida fino all’anticima, dalla quale ricompare l’inconfondibile vetta della Sibilla, costituita da caratteristici strati calcareo-marnosi rosati. Si supera l'ultima selletta e si raggiunge la cima del Monte Sibilla (2175 m; 2 – 2.30 ore dal Rifugio Sibilla). Si scende dalla parte opposta, in direzione ovest, inizialmente per facili gradini rocciosi e poi su sentiero battuto. Il percorso si mantiene in cresta fino ad un bivio: il sentiero di destra prosegue sul crinale scavalcando un dosso, mentre la diramazione di sinistra lo aggira; i due sentieri si riuniscono subito dopo. Si continua in leggerissima discesa fino all'ampia Sella del Meschino (2110 m), dove si incontra la sterrata proveniente dal Rifugio Sibilla. Da qui, volendo, si può evitare la deviazione alla Cima di Vallelunga imboccando direttamente la sterrata per tornare al Rifugio Sibilla. Si rimane sul sentiero di crinale, dirigendosi verso la cupola sommitale della Cima di Vallelunga. Il crestone è interrotto da alcuni piccoli dossi intermedi, che il sentiero sorpassa con brevi tratti lievemente esposti. Infine, con una breve ma ripida salita, si raggiunge la Cima di Vallelunga (2220 m; 20 – 30 minuti dalla sella; 2.40 – 3.10 ore dal Rifugio Sibilla). Discesa: Ritornati alla sella di quota 2110, si imbocca la sterrata che taglia il versante sud del Monte Sibilla in lieve discesa (sentiero CAI 156). Dopo aver effettuato due lunghissimi tornanti, la strada doppia il contrafforte sud-orientale della montagna e poco dopo è interrotta da una frana: sulla destra, una traccia permette di scendere direttamente a fianco della frana, riportandosi sulla strada poche decine di metri sotto. Seguendo la rotabile in discesa, si giunge sullo spallone della Banditella (quota 1770 circa), dove si lascia a destra una diramazione che conduce ad un vicino rifugio per pastori. Si prosegue con un lungo traverso in dolce discesa, poi, con gli ultimi due tornanti, si ritorna al Rifugio Sibilla. Ultima ripetizione: agosto 2020. |
Difficoltà
E/EE Dislivello in salita 770 m circa Tempo 4.30 – 5.30 ore (anello completo) |
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